Un gruppo organizzato da Arci Milano e FIOM ha realizzato un viaggio di conoscenza dal 5 al 12 febbraio 2015: per conoscere il territorio, la sua storia, il conflitto; ma anche le risorse indomabili della popolazione di una “Terra troppo promessa”.
“No cooperation with occupation“: con queste parole ci accoglie Jamal, a Ramallah, capitale politica della Palestina.
Jamal ci racconta la campagna internazionale che sta partendo per cercare di rimettere la questione palestinese al centro del dibattito politico, ci dice cosa dovrebbero fare gli organismi internazionali, cosa potremmo fare noi società civile e anche quale è il compito del popolo palestinese che deve riuscire a stare unito e comunicare bene la differenza tra gli occupanti e i cittadini israeliani comuni.
Crediamo di uscire con le idee un po’ più chiare, illusi… dopo l’incontro con Mustafà di Medical Relief, le cartine di West Bank, le violenze dei militari e dei coloni nei confronti di donne e bambini palestinesi , che vogliono solo attraversare una strada, si mescolano ai dati su Gaza e alle immagini della distruzione e del loro infaticabile lavoro.
Ma la Palestina è anche la bella faccia di Magdi, sindacalista reiventato guida turistica e educatore di Nablus, visitiamo la fabbrica del sapone e i luoghi della prima e seconda intifada. Arrestato per la prima volta a 10 anni e poi a 11 a 12… ci racconta il lavoro di strada fatto con i ragazzi per educarli a non tirare le pietre a qualsiasi mezzo che non sia palestinese e oggi i grandi sorrisi che questi ragazzi ci porgono ,qui di turisti ne arrivano ben pochi.
Ashraf ci ha accompagnato nei luoghi più contradditori e pesanti Hebron culla dei patriarchi e Betlemme , quella della chiesa della natività ma anche quella del muro più presente; a Hebron l’aria è pesante i negozi sono chiusi, l’antico suq è inscatolato tra grate e filo spinato e sulle torrette decine di militari che controllano tutto, nel centro 400 coloni difesi da più di 2000 militari e ti domandi ma che razza di vita fanno anche loro, ma quale è la logica di un insediamento di questo tipo se non quella della provocazione e dello scontro.
Anche a Hebron nessun turista, Betlemme invece è piena di pellegrini arrivano con il bus nel parcheggio sotto la chiesa, salgono visitano e ritornano, i negozi della strada principale sono tutti chiusi e il muro che chiude tutta la città lo vedono solo da lontano.
Ma la Palestina è anche Gerusalemme, siamo in Saladin street, tra la porta di Erode e quella di Damasco, visitiamo questo incantesimo (così complesso) insieme a Rafi una vera “mite” guida armena, che ci fa cogliere gli aspetti politici ma anche quelli storici artistici e culturali della Città Vecchia , ci accompagna al Muro del pianto e al Santo sepolcro, ai Getsemani e alla chiesa armena , racconta una storia millenaria di pace e di conflitti che arriva sino ai giorni nostri ma lo fa sempre con l’attenzione e la cura a non offendere nessuno dei popoli che abitano questa terra troppo promessa, solo quando scendiamo dal Monte degli Ulivi “apre” una finestra personale e ci dice che la sua famiglia non può seguirlo a Gerusalemme, solo lui ha un permesso come guida.
Visitiamo anche Gerusalemme ovest , il Museo dell’Olocausto e il quartiere di Mea Sharim e le riflessioni si sommano, come può un popolo che ha subito tanto orrore non rendersi conto di quello che sta facendo oggi ai danni di un altro popolo, come si possono sopportare campi profughi dal 67, strade chiuse , città segregate da muri dell’apartheid e continui nuovi insediamenti di coloni.
Visitiamo anche Gerico e facciamo il bagno nel Mar Morto, non siamo una delegazione politica, questo è solo un viaggio di Turismo consapevole in punta di piedi dove le semplificazioni diventano banali, il gruppo di 16 persone (nessuno mai stato in Palestina) è semplicemente perfetto, mai un lamento, nessuna banalità, si affida alla nostra guida partita dall’Italia con l’intelligenza della curiosità ma senza strafare e così uno di loro trova una libreria francese dove tra le cartoline emerge quella che ricorda “Vic” Vittorio Arrigoni e Andalo insieme per mano.
Torneremo in Estate 2015, se volete venire con noi mettetevi in contatto. Grazie a Roberto Giudici e a Rafi, Magdi, Ashraf, Jamal, Moustafà e Ismael che ci hanno accolto sempre con un sorriso, e a tutti i palestinesi con il loro … YOU ARE WELCOME
Info : fortunato@arci.it
I commenti dei partecipanti
Roberto:
Carissime/i sono molto contento che il viaggio sia stato vissuto con tanto interesse ed entusiasmo. Effettivamente dobbiamo farci vicendevolmente i complimenti per l’affiatamento del gruppo, la curiosità, la giusta indignazione e, anche, la sacrosanta ironia che ci ha accompagnati in questa settimana. Avete confermato nelle vostre riflessioni quanto un viaggio, pur breve, possa avvicinare e rendere quasi famigliari luoghi, persone, avvenimenti; la vostra reazione all’informazione dell’incontro su Shauda Street a Hebron è emblematica di tutto ciò. Voi già eravate un gruppo “consapevole” ma avvicinare più persone possibili alla tragedia del popolo palestinese, anche e soprattutto le più digiune in materia, è tra gli scopi fondamentali di questi viaggi. Volevo anche ringraziarvi per il vostro contributo al progetto di Betlemme ma non solo per quello finanziario, perché ancora più importante, ci avete dato un forte slancio e stimolato tante idee di sviluppo dello stesso; di cui se volete possiamo tenervi aggiornati, così come delle campagne politiche per il riconoscimento dello Stato Palestinese ed altre che stiamo per lanciare.
un abbraccio a tutte/i.
Stefania:
Ciao a tutti. Dieci giorni un po’ presi.
Sono stata veramente contenta del viaggio in Palestina. Turismo consapevole, ma non solo. Anche riflessione, pensieri non semplici da riversare per iscritto. E’ importante vivere i luoghi e gli avvenimenti. Un enorme passo in più rispetto alla visione a distanza. Quello che accade si riesce a percepire sulla pelle. Bello anche il gruppo. Non era scontato che sarebbe andato tutto bene, non è facile che le persone si amalghimino bene. Spesso, fra umani che non si conoscono bene, sorgono delle incomprensioni. Allora quando ci si rivede? Roberto: sei diventato nonno? Gianni ha aperto un dropbox per le foto. Pensavate di condividerle? Qualcosa noi abbiamo già caricato.
Un abbraccio a tutti Stefania
Gianni:
A me questo viaggio in ARGENTINA ha lasciato perplesso: mi aspettavo pampas, Ande, tango e gauchos, invece sembrava di stare in Medio Oriente… In verità ho scoperto che gli organizzatori ci hanno mostrato una realtà artefatta: il vero volto di Gerusalemme è questo: foto di Gerusalemme con la neve, Insomma, cerco di riderci sopra per metabolizzare l’ennesimo rinvio del “nostro” parlamento sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che conferma la terza legge di Murphy (“Se il PD può fare qualcosa di male, lo farà”). Le “giustificazioni” di Guerrini sono capaci di far girare le palle anche ai defunti (“Con l’ISIS alle porte di casa, non è il caso di parlare di Palestina”). Non mi dilungo in commenti sul viaggio, condividendo appieno le note elogiative di chi mi ha preceduto ed ha saputo esprimerle efficacemente. Se l’esperienza è stata unica e non ripetibile nelle condizioni date, il gruppo ha però il vantaggio di potersi rincontrare facilmente a Milano, in tante circostanze, politiche, culturali e anche ludiche (noi mettiamo il giardino a disposizione per grigliata in primavera – 50% rigorosamente Halal, 50% salsiccia e vino – per par condicio. Obbligatoria la visione delle 9734 fotografie scattate complessivamente dai membri della brigata, più la fotografia del passaporto di Guido, che sarà portato in processione.
A presto brigata Alarci
Laura:
“Italians? You are welcome!” Mi commuovo ancora oggi: sento le voci dei ragazzi nei mercati, le voci degli uomini palestinesi che ci accolgono. Si avverte che al fondo c’è un senso di riconoscenza: riconoscere persone, gruppi che non chiudono gli occhi, che capiscono l’immensa offesa che la Palestina ha subito e di cui continua a soffrire. Indimenticabile quell’appartamento di israeliani a Gerusalemme: bandiera, reticolati, telecamere, filo spinato, body guards armate che danno la misura di quanto gli occupanti siano consapevoli della sfida indecente e condannino se stessi a una detenzione disperata. Certo, una detenzione dorata, non come quella dei campi profughi o comunque di un intero popolo che si trova, incolpevole, a subire le conseguenze del senso di colpa per i misfatti dell’Occidente. Indimenticabili occhi di Ashraf, Magdi, delle altre guide: una luce che illumina, nonostante tutto, segno di una volontà di vivere a dispetto delle ferite : Never forgive, never forget è anche il duro messaggio dei guerriglieri morti a Nablus.
Profumi che ancora ti avvolgono, ti accompagnano, ti penetrano come in tutto l’oriente, ma qui sembrano affermare che i piaceri del gusto, la gioia degli occhi nell’esposizione delle spezie sono segno che non tutto è perduto: la disperazione non l’avrà vinta. Avevo sognato questo viaggio e finalmente ce l’ho fatta. Conoscevo le poesie del grande Mahmud Darwish e di altri palestinesi, sapevo della disperazione e dell’orgoglio di quel popolo. Ora, grazie alla sapiente e appassionata guida di Roberto ho finalmente avuto un contatto diretto con quel mondo e senza retorica posso dire che la realtà supera ogni immaginazione.
Pur nel dolore, un viaggio splendido, intenso, indimenticabile. Vi abbraccio tutti, Roberto carissimo, Graziano, nostra attenta e gentile sentinella, tutti i compagni di viaggio, incredibilmente affiatati, mai una parola fuori posto, pronti a ridere e a godere di un viaggio che aveva anche aspetti di grande bellezza e di svago. Grazie, grazie ancora. Spero di vedervi presto, tutti.
Loredana:
Da tanto tanto tempo c’era intenzione di fare questo viaggio.. ed è stato molto impegnativo : una cosa è sapere , avere letto sulla situazione in Palestina ,un altra cosa è vedere con i propri occhi, sentire …. alternanza di luoghi bellissimi e incontri -scontri ?con una realtà che si imponeva come un pugno nello stomaco.. penso alla nostra “camminata “dentro il centro di Hebron, con sopra le nostre teste una rete che dovrebbe ? proteggere i Palestinesi in caso gli Israeliani buttassero immondizie ..su di loro , la strada in pieno centro della città ,proibita ai Palestinesi, il campo di profughi Aida con l’odore dei lacrimogeni ancora molto forte, le finestre della scuola dell’Onu murate.. la casa “ bed and breakfast “ fra 3 muri alti 2 volte quello di Berlino , muro che ha distrutto uliveti ,boschi…perché i coloni possano vivere “ in sicurezza “ – ma come si fa a vivere cosi ‘? la casa occupata da Israeliani- con la propria bandiera a segnare la conquista !- in mezzo a Gerusalemme , casa protetta da filo spinato torretta , i soldati – ragazzi e ragazze-israeliani , 17 18 anni ? Con il mitra in mano.. Sentirsi a disagio e tanta rabbia .. forse per un sentimento d’impotenza ma poi …leggo con molta gioia la notizia data da Graziano di fare ripartire progetti arci/fiom, della proposta di organizzare iniziative pubbliche per far conoscere la realtà dell’occupazione e porci fine. In mezzo a tutto questo la realtà quotidiana , gli sguardi belli fieri delle ragazze per strada ,al mercato, al bar di Ramallah, i bambini di Nablus che sorridendo vengono a salutarci . “Piangiamo e ridiamo “ci dice la nostra guida..”c’est la vie”( parole che spesso usava mai mamma quando ci raccontava i suoi anni passati in un campo di lavoro tedesco vicino al baltico.) Grazie a Roberto e Graziano per averci regalato questa esperienza, grazie per la disponibilità la gentilezza e le conoscenze- Roberto ,anche traduttore infaticabile !- che avete condiviso con noi , permettendoci di capire meglio , grazie a tutti /e voi.. sembra che ci conoscessimo da tanto tempo ..un gruppo affiatato ,nei momenti seri duri ma anche nei momenti conviviali più leggeri.. grazie! Grazie ai compagni palestinesi Rafi ,Magdi ,Ashraf, a Jamal e Moustafa ,a Ismael, alle donne del centro di Ramallah… un abbraccio grande a tutti /e voi Jeanine
Buongiorno. Accidenti è già trascorsa una settimana dal nostro ritorno ma continuo a pensare al nostro viaggio. Le immagini di quei luoghi e di quei volti mi scorrono continuamente davanti agli occhi, questo viaggio ha innescato il desiderio e forse la necessità di capire fino in fondo le ragioni di un così brutale e feroce conflitto quotidiano. Provo già nostalgia per i vicoli di Gerusalemme, i suoi profumi e le sue genti. I loro “You are welcome” mi sono rimasti nel cuore. E poi il piacere di conoscere tutti voi e condividere con curiosità, intelligenza e rispetto una gran bella esperienza. Graziano e Roberto sono stati molto bravi ad accompagnarci con l’aiuto di persone che difficilmente si potranno dimenticare. Sono felice di aver fatto questo viaggio con tutti voi……… Un forte abbraccio
Franco:
care/i della sgarrupata brigata maltràinsema in questo viaggio di conoscenza con la Palestina nel cuore credo che le motivazioni importanti, le comunanze hanno prodotto relazioni più profonde e unificanti di una semplice vacanza credo anche che c’è un filo che ci unisce ai palestinesi espropriati dei propri diritti Come ha detto Moni Ovadia con riferimento all’expò:”…le multinazionali, i gruppi di potentati economici vogliono liquidare definitivamente l’idea di uguaglianza… ci stanno portando via la democrazia, la salute, il futuro e se li lasciamo fare ci porteranno via la vita per farne oggetto di mercato”… quindi “non cooperazione se c’è l’occupazione”….può andar bene anche per noi? Guido l’hai ritrovato il passaporto? a presto un abbraccio a tutte/i
Ivana:
Man mano che ci avvicinavamo alla partenza sentivo un vibrare di emozioni e anche paura su questo viaggio, dove vai? vado a Gerusalemme e Palestina…… silenzio! alcuni i più loquaci “stai attenta, ma è sicuro?'”…. insomma un viaggio da tanto tempo sperato che si stava concretizzando. La partenza, l’arrivo il gruppo, e finalmente esserci e tutto quello che avevo provato da casa giorno per giorno l’ho dimenticato perchè la “paura” era svanita, l’essere lì, ha reso tutto assolutamente indimenticabile. Indimenticabile nei luoghi, negli incontri, le persone che ci hanno fatto da guida. Indimenticabile l’imbarazzo il sentirsi fuori luogo nel visitare i campi profughi, l’incazzatura di quelle colline occupate dagli insediamenti, infiniti muri e soprattutto I DIRITTI DOVE SONO I DIRITTI PER I PALESTINESI? Grazie Graziano, Roberto siete stati apprezzati per tutto; condivido appieno le considerazioni qui sotto,
Grazie Caro Gruppo, spero di vedervi presto tutti. Un abbraccio
Wanda:
Ciao a tutti, la mia partenza è stata un po’ rocambolesca, ma ne è valsa sicuramente la pena. Condivido quanto già detto da Guido anche se molti pensieri ed emozioni affollano la mia mente e ancora non hanno trovato collocazione. Grazie a Graziano e a Roberto per la competenza , professionalità e disponibilità , un grazie speciale a Silvia per aver rinunciato a condividere la camera con suo figlio per farmi compagnia e infine un grazie a tutti, è stato bello condividere con voi questa speciale esperienza. Ciao a presto
Guido:
Carissimi, è stata una bella, istruttiva e importante esperienza, grazie a Graziano e Roberto! e grazie a tutti voi!!! A Nablus ho lasciato un sogno, ma il passaporto penso di averlo riportato a casa… almeno credo, perchè adesso non lo trovo… Un abbraccio